Il ricercatore egiziano Patrick Zaki è atterrato in Italia all’aeroporto di Malpensa, accompagnato dalla sua sorella e accolto dal rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, e dalla sua docente, Rita Monticelli. Al suo arrivo, Zaki ha espresso la sua emozione per essere in Italia e ha ringraziato tutti per il supporto ricevuto durante il periodo in cui era detenuto in Egitto.
Prima della partenza dal Cairo, Zaki aveva ringraziato il governo italiano per l’aiuto ricevuto negli ultimi giorni e aveva apprezzato la diplomazia italiana in Egitto, citando l’Ambasciatore d’Italia al Cairo, Michele Quaroni, e il consigliere Marco Cardoni.
Dopo la grazia concessa dal presidente egiziano Al Sisi il 19 luglio, Patrick Zaki è finalmente tornato a Bologna, dove ha completato il Master Erasmus Mundus GEMMA – Women’s and Gender Studies, Studi di Genere e delle Donne. L’Università di Bologna lo ha accolto per una conferenza stampa, mentre il Comune ha organizzato una grande festa pubblica per celebrare il suo ritorno.
La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che la liberazione di Zaki era un obiettivo importante e che era giusto farlo, indipendentemente dalla riconoscenza. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato che la scelta di Zaki di non utilizzare il volo di stato era una sua decisione personale, e il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha sottolineato che questa scelta rappresentava un gesto di indipendenza e non un atto di opposizione politica.
Zaki ha espresso la sua gratitudine verso l’Università di Bologna e la città di Bologna, dove si sente fortunato di essere stato parte e dove spera di tornare presto per completare la sua felicità. La sua liberazione ha rappresentato un segno del rispetto dell’Italia e di un nuovo approccio con i paesi del Nord Africa.